Le CIVILTA'
CELTICHE ed
ETRUSCHE
Battaglie, migrazioni,
guerrieri, conquiste;
due grandi popoli delle regioni centro settentrionali italiane
I CELTI
Con il nome di Celti si intende quel insieme di popoli che nel corso del primo millennio a.C. occuparono il cuore dell'Europa...
...spingendosi tra il V e il IV sec. a.C. nelle isole britanniche, nelle regioni centro settentrionali dell'Italia, nei Balcani e perfino in Asia Minore, portando i loro eserciti in tutti i paesi del Mediterraneo, anche come mercenari, affermando l'immagine di un popolo di grandi guerrieri. Organizzati in tribù più o meno numerose, questi popoli non raggiunsero mai una vera unità politica, anzi erano spesso spesso in lotta tra loro e questo gli impedì di creare un unico grande "impero celtico". Accomunati da affinità linguistiche, culturali e religiose erano noti presso i greci come Keltoi[1] e Galati, mentre presso i latini come Galli e Celtae, Cesare aprendo il De Bello Gallico, fa del termine Galli il sinonimo di Celti.
L'origine Indoeuropea
Antenati dei celti, sono definiti dagli studiosi Indoeuropei, giunsero nel nostro continente a ondate successive tra il 3.500 e il 1.500 a.C. dalle regioni centrali dell'Asia attraverso il Medio Oriente. Dagli Indoeuropei derivano tra le altre anche le popolazioni germaniche, baltiche, greche, venete e italiche, accomunate ancora oggi da forti analogie linguistiche.
La cultura di Golasecca
Già dal XII sec. a.C. nel Canton Ticino e nelle regioni nord occidentali dell'Italia (Piemonte e Lombardia) si sviluppa una cultura detta di Golasecca, che discende direttamente dalla cultura dei campi di urne. Queste genti parlano una lingua celtica, detta Leponzio, ai leponzi è attribuita la più antica iscrizione in lingua celtica (Iscrizione di Prestino VI sec. a.C.) di tutta l'Europa.
La cultura di Hallstatt
Prende il nome dalla località Austriaca di Hallstatt, dove sono state scavate più di mille tombe, riferite a comunità che gravitavano intorno alle miniere di sale, materia prima di strategica importanza per la conservazione del cibo. Questa fase della storia dei celti, a partire circa dall'VIII sec. a.C. rappresenta un momento di grande splendore, caratterizzato dall'affermarsi di una classe aristocratica principesca, la cui ricchezza è testimoniata dalle fastose sepolture a tumulo, e dai preziosi corredi, costituiti da manufatti del miglior artigianato locale o importati dal mondo mediterraneo. Sono proprio i commerci, con la colonia greca di Massalia (oggi Marsiglia), e quelli attraverso le alpi con la penisola Italiana, che uniti l'abilità degli artigiani celti nella lavorazione del ferro (soprattutto armi, tale da assicurare il predominio sulle popolazioni concorrenti), che rappresentano la base della ricchezza e del benessere che caratterizza questa fase.
La cultura di Latene
Il massimo momento di splendore si registra a partire dal VI sec. a.C. ed è identificato dalla fase culturale detta Lateniana (dal sito archeologico svizzero di La tene), caratterizzata da un artigianato di altissimo livello. A questa fase di benessere corrispondono le spinte migratorie e di espansione militare che in questi secoli vedono la massima estensione delle aree influenzate dalla presenza di popolazioni celtiche.
La superiorità militare porta i celti ad espandersi in tutto l'atlante europeo, si insediano nelle Regioni Danubiane, nei Balcani attraversano la penisola ellenica portando guerra e saccheggi, giungono fino in Asia Minore stanziandosi in quell'area che oggi si chiama Galazia e che proprio da Galli ha preso il nome.
GLI ETRUSCHI
Gli Etruschi sono un popolo dell'Italia antica che si attesta in Etruria (Toscana, Umbria, Lazio, Campania e zona padana), a partire dal IX-VIII secolo a.C.
Le origini e la provenienza di questo popolo sono ancora controverse, secondo Erodoto (Storie I, 94), sarebbero giunti dalla Lidia (Asia Minore), Ellanico li fa risalire alle ai Pelasgi , secondo Tito Livio invece, arriverebbero dal nord, un'altra ipotesi, sostenuta dallo storico Dionigi di Alicarnasso (Antichità Romane Libro I 26-30), sarebbero invece autoctoni. Gli studiosi danno credito a l'una o l'altra tradizione, e probabilmente vi è del vero in ognuna. Molte sono le analogie nei costumi, nella lingua, nell'arte e nella religione degli Etruschi con le popolazioni egeo-anatoliche, mentre il diverso ruolo sociale della donna evidenzia importanti differenze.
Sono secoli in cui i conflitti si susseguono e si incrociano le alleanze, ma quasi sempre gli etruschi escono sconfitti dai campi di battaglia, al sud latini e sanniti, al nord i galli erodono territori, e, quando nel 396 a.C. Roma conquista Veio e prende il controllo dell'Etruria meridionale, la parabola etrusca è quasi all'epilogo.
Nel 295 a.C. alleati con gli umbri, i galli e i sanniti (un tempo nemici), sono sconfitti dai romani nella battaglia di Sentino, nel giro di pochi decenni Roma avrà il sopravvento, assoggetta gli atruschi tra i suoi alleati e con la lex julia del 90 a.C. gli concede la cittadinanza romana.
Si può ipotizzare che i flussi migratori provenienti dalla Lidia si stabilirono in Toscana, attratti dalle ricche miniere e dalle terre fertili, per sovrapporsi alle popolazioni villanoviane giunte dal nord o dalla sponda adriatica alcuni secoli prima, e a loro volta innestate su un sostrato autoctono.
Nei secoli si sviluppa una civiltà urbana, concentrata in importanti città che si riuniscono in confederazioni (dodecapoli) o leghe di natura religiosa o territoriale, pur mantenendo autonomie distinte governate da re o da oligarchie.
Cere, Tarquinia, Vulci , Veio , Volsini, Chiusi, Cortona, Arezzo, Perugia, Orvieto, Roselle, Vetulonia, Populonia , Pisa , Fiesole , Volterra, Felsina (Bologna), Marzabotto e Spina, sono i nomi delle principali città etrusche che fioriscono e si arricchiscono, sospinte da un'economia caratterizzata dall'estrazione e dalla lavorazione dei metalli, numerose sono infatti le miniere nell'area d'insediamento, mentre le terre fertili e rigogliose favoriscono agricoltura e allevamento. Gli etruschi sono anche abili commercianti ed estendono i loro traffici per mare lungo tutte le rotte del mediterraneo, e per terra, collegando la costa tirrenica a quella adriatica, fino a estendere i loro commerci al nord Europa.
E' tra il VII e il V secolo a.C. che si registra la massima espansione etrusca, dal 615 a.C. al 510 a.C. tre re di origine etrusca siedono sul trono di Roma. Ma quando Roma si svincola dalla supremazia etrusca e si fa sempre più dura la competizione con le altre popolazioni del bacino mediterranero, (cartaginesi e greci) e della penisola (latini, sanniti e galli), inizia il declino della civiltà etrusca.