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STORIA e
ARCHEOLOGIA
nelle VALLI
dell'IDICE e dello ZENA

Dal Museo Fantini al Parco archeologico di Monte Bibele

alla scoperta delle civiltà

celtiche ed etrusche

MUSEO ARCHEOLOGICO "LUIGI FANTINI"

La gestione scientifica, formativa, didattica e promozionale del Museo Luigi Fantini è realizzata dal Dipartimento di Archeologia dell'Università degli Studi di Bologna nel quadro di una convenzione firmata col Comune di Monterenzio sin dal 2000, anno dell'inaugurazione della nuova sede museale. 
I laboratori di restauro, antropologia e paleobotanica sono sede di studi e stages, l'aula didattica è dedicata. Il percorso che viene presentato al visitatore consente di ricostruire la storia della presenza dell'uomo nell'Appennino bolognese soprattutto nelle valli dell'Idice e dello Zena dalle prime testimonianze dell'età della pietra fino all'età romana.
Particolare evidenza hanno i materiali archeologici rinvenuti durante le campagne di scavo nei siti etrusco-celtici di Monte Bibele e di Monterenzio Vecchia, ma anche altre scoperte isolate effettuate tra le sorgenti dell'Idice e la via Emilia. La ricostruzione di una capanna celtica e di alcune deposizioni funerarie conservate nelle sale espositive e l'apparato didascalico che accompagna le vetrine rendono la visita più facilmente comprensibile anche ad un pubblico di giovanissimi, per i quali è stato pensato anche un apposito spazio dedicato alle attività didattiche.

Orari di visita: 
tutto l'anno, da gennaio a dicembre: 
mercoledì e giovedì dalle 9:00 alle 13:00 
sabato, domenica e festivi dalle 10:00 alle 18:00


martedì e venerdì ingressi su prenotazione

giorni festivi di apertura: 
6 gennaio, lunedì di Pasqua, 25 aprile, 1 maggio, 2 giugno, 1 novembre, 8 dicembre
giorni di chiusura:
tutti i lunedì, 1 gennaio, domenica di Pasqua, 15 agosto, 25 e 26 dicembre.

Recapiti:
Museo Archeologico "Luigi Fantini" Via del Museo 2 - 40050 Monterenzio - Tel/fax: 051 929766 
e-mail: museomonterenzio@unibo.it - Sito web: www.storia-culture-civilta.unibo.it
facebook fan page: www.facebook.com/MuseoMonterenzio 
facebook group: Amici del Museo

SCAVI

A MONTERENZIO VECCHIA

Il vasellame ceramico e metallico, e numerosi utensili, oggetti di parure e cura del corpo, mostrano stretti contatti con l'Etruria Tirrenica, l'Italia centrale, l'area adriatica e il mondo transalpino.

Sul crinale Idice-Sillaro, a 5 km a sud del massiccio di Monte Bibele, partirono dal 1988 indagini archeologiche nei territori parrocchiali della vecchia chiesa di Monterenzio. Le indagini permisero in un primo momento di metter in luce un fossato riempito da numerosi frammenti ceramici, indice di una possibile area di culto, e due tombe databili fra IV e III secolo a.C. Scavi sistematici condotti dal 2000, hanno permesso di identificare un deposito votivo costituito da migliaia di vasi miniaturistici, e una necropoli costituita, sinora, da una cinquantina di tombe, ma le ricerche sono tuttora in corso. Come avviene a Monte Bibele, anche qui si ritrovano tombe di guerrieri con armi celtiche, e iscrizioni graffite in lingua etrusca sui vasi deposti nei corredi funebri, indice anche del sesso del defunto: uomini e donne etrusche, uomini (guerrieri e non) celti, mentre la parte femminile dei Celti per ora rimane avvolta da mistero

INSEDIAMENTO

CELTICO A MONTE

BIBELE

Il massiccio di Monte Bibele, situato tra le due vallate dell'Idice e dello Zena, é stato oggetto, a partire dal 1973, di ricerche archeologiche che hanno messo in luce un insediamento etrusco-celtico composto da un abitato, un sepolcreto e due luoghi di culto. Fu una comunità di Etruschi che intorno al 400 a.C., stanca di vivere nell'insicurezza, nel pericolo e tra i saccheggi dovuti ai raids dei Celti in pianura, si spostò su questa montagna per realizzare un nuovo paese. Malgrado la natura impervia del sito, l'abitato di Monte Bibele venne conquistato dai Romani e distrutto da un incendio implacabile tra il 200 e il 187 a.C. allo scopo di rendere totalmente sicura la via consolare, la Flaminia minore, tracciata sul crinale di fronte al Bibele (Idice-Sillaro) e che collegava Arezzo con Bologna. L'abitato si estende lungo il pendio di Pianella di Monte Savino, odellato con una decina di terrazzi artificiali sui quali vengono innalzati i muri in sfaldature di arenaria che servono per contenere i terrapieni e per sostenere le pareti esterne delle case. Il tetto era in paglia, in fibre vegetali e in legno.

Le case hanno una superficie di 40 metri quadrati, contengono uno o due focolari, una zona per lo stoccaggio dei cibi (il piano superiore) e una zona per lo svolgimento di attività domestiche come la filatura e la tessitura. Alcune strutture servirono anche come magazzini e granai: gli archeologi infatti vi hanno trovato grandi quantità di cereali e legumi carbonizzati. L'acqua piovana scaricata dai tetti in forte pendenza, scorreva nelle strade e spariva ai piedi del villaggio nelle viscere della montagna infilandosi in un inghiottitoio naturale chiamato Tana del Tasso; un'imponente cisterna di 80 metri cubi di capacità serviva da serbatoio collettivo. La necropoli di Monte Tamburino comprende 170 tombe. I primi abitanti praticavano esclusivamente l'inumazione, ma verso il 380-350 a.C. si aggiunsero anche fosse per la cremazione e tra gli oggetti di corredo funebre si ritrovano deposizioni di armi (spade e foderi di ferro, cinturoni a catena, lance, giavellotti, scudi ed elmi). Sono le armi dei Celti immigrati dall'area transalpina, che a Monte Bibele divennero una componente stabile del popolamento. Due luoghi di culto, oggi non più visibili, sono stati individuati: uno più antico, in funzione a partire dal V sec. a.C. e legato alla presenza di sorgenti d'acqua lungo il percorso di crinale Idice-Zena su Monte Bibele. La devozione dei passanti si esprimeva con offerte di vasi miniaturizzati o di statuette di bronzo raffiguranti uomini, donne o animali, gettate sul fondo di un piccolo bacino d'acqua. E’ questo un tipo di luogo di culto diffuso in Appennino tosco-emiliano-romagnolo nei punti di frequentazione e di transito utilizzato soprattutto da Etruschi e da Umbri per i due versanti. Un santuario molto particolare, vicino ai tipi del nord della Gallia, è stato invece individuato alla sommità di Monte Bibele: una vasta area rettangolare di 30x15m, delimitata da un fossato che aveva focolari e piccoli edifici in legno e numerose offerte votive costituite da ceramica e ossa animali. Dagli scavi sono anche emerse alcune armi di ferro simili a quelle del sepolcreto.

MONTERENZIO:

PARCO ARCHEOLOGICO

DI MONTE BIBELE

L'intervento, la cui attuazione è oggetto di convenzione tra il Ministero per i Beni e le Attività Culturali, L'università di Bologna ed il Comune di Monterenzio, ha l'obiettivo di valorizzare sia il sito archeologico di Monte Bibele sia gli ambiti di rilievo paesaggistico, garantendo e promuovendo la conservazione e la riqualificazione del patrimonio archeologico e dell'ambiente naturale per scopi culturali, scientifici, didattici, sociali e turistici, prevedendo: 
. la salvaguardia e la promozione del patrimonio archeologico e naturalistico;
. l’integrazione con il contenuto e le attività didattico-scientifiche del Museo civico archeologico "Fantini";
. l’individuazione di un sistema integrato di percorsi ludico – naturalistici;
. la realizzazione di strutture di accoglienza e di servizio necessarie alla fruizione del Parco;
. la promozione di attività turistiche sostenibili ed il miglioramento e la qualificazione dell’offerta turistica del territorio;
. l’incoraggiamento all’aggregazione della comunità locale.

 

Articolo di riferimento: Dinamica Emilia Romagna

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